Kaali , Kali e Kali Yuga

Secondo l’antica Tradizione “hindù”, un ciclo dell’umanità terrestre che porta il nome di Manvantara è suddiviso in quattro ere, quattro epoche che susseguendosi l’un l’altra determinano un progressivo allontanamento dalla condizione di purezza e di splendore della spiritualità primordiale. L’ultima di queste quattro fasi, l’epoca più oscura, in cui viviamo oggi, è detta “Kali-yuga” essa è la più bassa delle quattro ma è anche quella che precede il ciclico ritorno alla prima era, il Krita Yuga (o Satya Yuga), noto anche come “età dell’oro”.

Esiste però un grande equivoco, piuttosto diffuso e non soltanto su internet, a quanto pare sono caduti in questo malinteso anche numerosi saggisti e scrittori che si sono voluti occupare dell’argomento mostrando però una conoscenza piuttosto scarna del sanscrito e di determinati testi sacri.

Perchè questa epoca oscura porta il nome Kali? perchè è l’era sotto il segno della dea Kālī? la Madre Nera del tempo? assolutamente no!

Per scoprire da dove prendono nome e significato i vari Yuga, si deve far riferimento ad un semplicissimo ed antico gioco indiano in cui si adoperano quattro dadi.

Il colpo più alto, quello in cui si ottengono 4 numeri uguali (l’equivalente di un poker) è detto “krta” ed è il colpo perfetto, i numeri combaciano tutti e 4 e tale condizione è raffigurata dalla Mucca del Dharma che si regge perfettamente in piedi su tutte e quattro le zampe.

Il tiro più alto subito dopo il krta è il “treta” (Treta-yuga) in cui sono uguali 3 numeri su quattro (praticamente un tris); qui la Mucca del Dharma è priva di una zampa ma riesce comunque a mantenersi discretamente in piedi.

Dopo il treta abbiamo il “dva” (Dvapara- yuga) che non è altro che la coppia, in questo tiro sono uguali soltanto due numeri su quattro, di conseguenza la condizione è degenerata poichè la sacra Mucca si trova mutilata di ben due arti ed ha grandi difficoltà nel reggersi in piedi.

L’ultimo tiro, il più infausto, il peggiore, quello che nessun giocatore vorrebbe mai vedere per sè ma vorrebbe sempre vedere per gli avversari, è quello in cui tutti i numeri sono diversi tra loro, ed è il “kali” (कलि) che scritto in tal modo (come è scritto difatti negli scritti antichi per indicare il Kali-yuga) vuol dire “conflitto”. Mentre Kālī (काली) da cui prende nome la Dea è il femminile del termine Kāla, che vuol dire “tempo”.

Secondo la Tradizione dunque, il Kali Yuga non è l’era di Kālī (काली), ma è l’era di Kali (कलि).

Anche in sanscrito, come nella come nella nostra lingua, l’uso di accenti, o la pronuncia di una vocale, possono stravolgere del tutto il significato di una parola, ad esempio in italiano “pesca” puo’ essere uno specifico frutto, ma puo’ anche essere “voce del verbo pescare”… “ancora” puo’ indicare quel ferreo strumento utilizzato in navigazione ma può anche indicare la continuità di un’azione, e cosi’ via per altre parole.

Ma quando leggiamo sui testi antichi che si parla di era di Kali, riferendosi a Kali come se si trattasse di una persona, a chi ci si riferise? di chi si parla? si parla di lui…

…il mostro sulla destra è un demone (maschio) di nome Kali (कलि), un asura travestito da re di cui si parla in numerosi testi come il Vishnu Purana, il Kalki Purana, il Mahabarata, il Bhagavata Purana, il Markandeya Purana ecc.

In un certo senso è vero che il Kali Yuga è l’era della Dea Kālī…ma lo è anche il Dwapara Yuga, come lo è il Treta Yuga, come lo è il Krita Yuga…poichè non è mai esistita, ne mai esisterà, alcuna epoca immune al tempo ed alle trasformazioni, ossia a Kālī.

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